La rosa è il simbolo per antonomasia dell’amore

Cosa ha a che vedere con il tango?
L’immagine della rosa in bocca in un ballo di tango fu creata in un film di Rodolfo Valentino degli anni ’20 con il probabile fine di creare una similitudine tra quanto stesse facendo la coppia e il loro sentimento d’amore struggente e quel piccolo fiore rosso.
Che il tango sia sensuale (ma non erotico) è fuori di dubbio, ma anche qui l’interpretazione e la bravura sia del cavaliere che della dama giocano un ruolo essenziale.
La rosa è un simbolo molto usato nel tango. Ricorda l’andamento delle curve ricordano i lembi di un vestito della dama.

Incantevole rosa
dentro il tuo calice
conservi il cuore del mio vero amore.
Si chinarono dall’alto gli dei
per benedirti?
E il colore rosso delle tue labbra
si può paragonare solo ai rubini.
Lo trovi lì – un gioiello raro»
(R. Valentino)

- Il rosso e il nero sono i colori dominanti nell’espressività del tango.
Il rosso è tango in quanto è un colore che emana forti passioni (gelosia, attrazione, aggressività).
Il rosso può divenire sinonimo di lussuria: come il colore dei capelli e delle labbra delle donne più provocanti.
Il rosso dialoga però con il nero. Il nero esprime il contesto e l’ambientazione che include anche il buio: quell’assenza di luce caratterizzante i luoghi dove si balla; l’atmosfera torbida e malinconica dei bordelli argentini con la continua presenza-proiezione del corpo femminile. TRATTO DA *( www.culturelite.com )
* La rosa rossa, che simbolizza un percorso di passione e rinascita, diviene nel tango un segno di qualcosa che sopravvive alle difficoltà e alla morte. I petali di questa rosa sbocciano sensualmente per incarnare naturalmente l’emozione di una danza, visiva e vibrazionale, appassionata e assente nello stesso tempo: come è, appunto, il tango: «Il tango è la menzogna “che l’uomo ama come solo la donna sa amare, con la perdita del pudore e della famiglia, fuggendo da Dio per avvicinarsi al tango» (E. Secades). Il tango si diffonde, dalla fine del 1880, nelle periferie e nei quartieri poveri ed emarginati di Buenos Aires e Montevideo, ottenendo successo soprattutto nelle case di tolleranza. Si afferma come espressione popolare nella rapida e incredibile espansione di Buenos Aires: in un mondo ai margini, che stenta a seguire il ritmo di una città che aumenta a dismisura la popolazione, inducendo i grandi autori a farne una musica nazionale. La crescita demografica è provocata dall’incontrollato numero di immigrati provenienti da tutto il mondo che arrivano, rischiando un viaggio difficoltoso, in Argentina, alla ricerca di una sorte migliore. Ci sono anche coloro che la povertà ha allontanato dalle zone povere d’Italia: i dintorni di Napoli e Genova, la Sicilia, la Calabria e la Puglia. Il tango è un ballo che si basa sull’improvvisazione con la caratteristica eleganza e sensualità dei suoi movimenti: ha come prima pista di espressione la strada, la terra battuta e come scenario i caffè di quartiere con le luci soffuse, il rumore dei dadi e le aspettative consumate a un tavolo da biliardo. Gli uomini lo ballano a gara tra di loro, lasciando sulla terra il disegno dell’oche (otto), trascinato con i piedi: s’insegnano tra di loro talvolta trucchi e segreti, prima di esibire la loro abilità per attrarre le ragazze nei locali. In questo sfondo s’inizia a danzare il tango: all’inizio tra uomini come ostentazione delle proprie abilità, impugnando il coltello (similitudine del rapporto di coppia), in una sorta di gioco-duello di destrezza per esprimere la malavita e la malinconia che li “avvolge”. Poi viene la donna: qui il tango diventa pretesto e chiave per la conquista-disputa amorosa. * tratto da (www.ereticamente.net – V. Conte )
Ecco qualche piccola curiosità per voi che spero abbiate apprezzato
ciao #BlogdiCosetta